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Grillo: rivedremo intramoenia e liste d'attesa

Sanità pubblica Redazione DottNet | 20/07/2018 18:03

I medici di famiglia incontrano Garavaglia per rilanciare le cure territoriali e per incentivare la medicina generale

Il ministro Grillo espone i suoi programmi che avranno una fase concreta con la ripresa autunnale. Ma anche i medici di famiglia stanno avviando contatti per dare una definizione precisa alla medicina territoriale e per la rivalutazione del medico di famiglia. Ma andiamo per ordine. Primo punto sul tappeto è l'intramoenia "che fa arrabbiare i cittadini, ovvero della discrasia che c’è tra la lista d’attesa per il pubblico e quella in intramoenia – spiega il ministro della Salute a Radio 1 -. Comunque la normativa sulle liste d'attesa, su cui già stiamo lavorando, va rivista. L’intramoenia poteva essere uno strumento, esisteva una norma transitoria che prevedeva di poter effettuare visita in intramoenia con il rimborso se la lista d’attesa pubblica era troppo lunga".

Quanto alla discrasia tra attesa nel pubblico e nel privato,  Grillo ha  ricordato che "c'era già una legge chiara" in tal senso. "Diceva che il numero delle prestazioni che tu potevi fare in intramoenia non poteva superare quelle dei volumi indicati per l'attività istituzionale. Questo aspetto andava regolamentato. Abbiamo chiesto alle aziende sanitarie se si fossero dotate di questo regolamento, e la maggior parte non ce l'ha". La normativa "va dunque tutta rivista, perché negli anni è stata fortemente manipolata, oggetto di proroghe e deroghe. L'ipotesi è di intervenire anche sull'intramoenia, che doveva e poteva essere uno strumento utile per accelerare, ma non nella misura in cui il cittadino è obbligato a farlo".

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E non è tutto: Grillo annuncia che attiverà "un canale diretto con il ministero per fare in modo che i cittadini mandino direttamente a noi le segnalazioni, ma ricordo che l'organizzazione e la gestione delle aziende sanitarie è delle Regioni. Dentro la quale il ministero non può entrare. Su liste d’attesa è mancato un impulso governativo negli ultimi 5 anni". "Il tema – prosegue Grillo - è complicato perché riguarda le singole regioni ma anche le singole aziende sanitarie e ospedaliere. Alcune regioni dicono di rispettare i tempi ma questo è in discrasia su quanto dicono i cittadini e questo è un primo punto che va verificato". Poi c’è da dire che "il Governo monitora solo una serie di prestazioni e tempi per ricoveri. Abbiamo questo limite. Noi abbiamo chiesto informazioni alle regioni e andrebbe verificato caso per caso, ma è impossibile controllare tutto, o faremo verifiche a campione o controlleremo tramite le segnalazioni dei cittadini".

Anche i medici di famiglia dicono la loro: "L'inizio del dialogo con il MEF è la migliore base per voltare realmente pagina e per produrre un cambiamento dell'assistenza territoriale realmente utile al nostro Paese", dice Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), che ha incontrato a Roma il vice ministro dell'Economia Massimo Garavaglia. L'incontro è stato l'occasione per iniziare un confronto che mira a prevedere nella prossima Finanziaria "misure atte ad accrescere, grazie ad investimenti ad hoc, il ruolo della medicina generale nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale".

"Questa apertura al dialogo - sottolinea Scotti - significa ampliare la discussione al di là dell'alveo del solo Ministero della Salute, mostrando una lungimiranza politica che merita il nostro plauso perché parte dal presupposto che la salute è un bene di tutti" ma "produce anche ricchezza e quindi migliora il PIL di un paese". In base a una prima intesa con il dicastero dell'Economia, la Fimmg presenterà le proprie proposte per individuare possibili strumenti in favore dei medici di famiglia per l'evoluzione di una assistenza territoriale centrata su questa figura professionale. In particolare meccanismi di defiscalizzazione che, precisa Scotti, potrebbero "facilitare la creazione di equipé multiprofessionali grazie alla assunzione di personale e l'acquisizione di strumentazioni tecnologiche, così da rendere gli studi sempre più dei presidi di salute per i cittadini".

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